Matteo Raimondi sceglie il motore Brose S-Mag per le sfide dei prossimi due anni
Il fuoriclasse italiano di Enduro ha da poco firmato un contratto di due anni per correre con una bike che monta motore Brose

È considerato un vero e proprio fuoriclasse dell’Enduro, disciplina della MTB sempre più in crescita negli ultimi anni, basata su prove speciali tra salite e discese. Ed ha scelto Brose come motore per accompagnarlo nelle sue sfide dei prossimi due anni.
Matteo Raimondi, piemontese di Borgosesia di 25 anni, fin da giovanissimo ha iniziato a far parlare di sé ottenendo il titolo di campione regionale e il circuito Superenduro Sprint della categoria Allievi.
Da poco ha firmato un contratto di due anni con uno dei brand più prestigiosi del panorama delle due ruote a pedali come Specialized Italia sulle Enduro Turbo Levo e Turbo Kenevo, che ha in dotazione la drive unit tedesca Brose S Mag. Una conferma di quanto il suo livello di prestazioni abbia ormai toccato vette altissime.
Al momento non è in grado di dire quale bici tra la Turbo Levo e la Turbo Kenevo preferisce, per una semplice ragione.
“Purtroppo – rivela il campione – non ho ancora utilizzato la nuova Kenevo ma ho avuto la fortuna di provare la Specialized Levo SL 2020, una bici unica nel suo genere, leggera e scattante come una Stumpjumper tradizionale ma con la motricità di una Turbo Levo. Sono curioso di provarla cronometro alla mano, potrebbe rivelarsi perfetta per le gare più discesistiche”.
Raimondi ammette la grande risposta in termini di efficienza fornita dal motore Brose rispetto alle mountain bike provate precedentemente. “Il motore è molto silenzioso, e persino quando si superano i 25 km/h si riesce a pedalare molto bene, quindi penso che sia un ottimo compromesso per un utilizzo “tour” e per le competizioni. Anche i meno esperti, grazie alla spinta fluida e lineare, possono affrontare al meglio le salite più complicate”.
Sul mondo e-bike, il forte rider sembra avere le idee chiare.
“Si tratta di un movimento eccezionale e in forte crescita – afferma – e molte persone gli si stanno avvicinando. Da quando le e-bike sono sul mercato, c’è una affluenza maggiore sui sentieri e i gruppi rider sono raddoppiati. Serve, però maggiore equilibrio nella scelta di questo genere di bicicletta. Ai più giovani consiglio di trascorrere più tempo possibile in sella alla loro bici e di divertirsi. Quando ci si diverte, si apprende tutto molto più facilmente e più ci si diverte meno è faticoso allenarsi. Ancora oggi vedo persone inesperte e sovrappeso raggiungere vette dove anche un rider esperto farebbe poi fatica a scendere. Per me tutto questo non fa bene allo sport”.

Matteo Raimondi dice la sua anche sulle competizioni. “Si dovrebbe studiare un format diverso – ammette – con prove speciali più tecniche prevalentemente in salita e magari con trasferimenti tirati. Ne ho parlato con altri rider e sarebbe opportuno dividere le categorie non per età ma per peso: io peso 72 chilogrammi e a parità di bici, tecnica e allenamento non potrò mai competere con un atleta che pesa 10 chili meno di me”.